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- Che cosa è successo nel 1969?
Il liceo statale "Niccolò Machiavelli" di Roma, in collaborazione con l'Associazione delle vittime della strage di piazza Fontana – 12 dicembre 1969, l'Archivio Flamigni, la Rete degli archivi per non dimenticare e Sapienza - Università di Roma - Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo ha realizzato il progettoChe cosa è successo nel 1969?, che si è concluso con la realizzazione di un video documentario,visibile su Youtube.

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Venerdì 14 novembre 2025, a Milano, alle ore 17 (ingresso dalle 16.30), nella Sala Alessi di Palazzo Marino, si terrà l’incontro Milano intrecci di memoria. Ombra di tutti.
Nove testimoni provenienti da tutta Italia condivideranno le storie legate ai tessuti che hanno donato per intrecciarli al montgomery di Roberto Franceschi, lo studente ucciso dalla polizia nel 1973 davanti all’Università Bocconi.
Dalla ricerca dell’artista Patrizio Raso nasce così un’opera collettiva che unisce memoria, partecipazione e impegno civile.
PROGRAMMA
Saluti istituzionali
Giuseppe Sala - Sindaco di Milano
Cristina Franceschi - Presidente della Fondazione Roberto Franceschi Onlus
Introduzione
Patrizio Raso - Artista autore dell'opera
Marco Scotini - Curatore della mostra Ombra di tutti
Intervengono
Alessandra Ballerini - Avvocata famiglia Regeni (Genova)
Vincenzo Chindamo - Fratello di Maria Chindamo, imprenditrice agricola vittima della ‘ndrangheta (Limbadi)
Don Pino De Masi - Referente Libera per la Piana di Gioia Tauro (Polistena)
Francesco Ganzaroli - Studente e Presidente Associazione La Resistenza (Ferrara)
Elena Giuliani - Sorella di Carlo Giuliani (Genova)
Luisa Impastato - Nipote di Peppino Impastato (Cinisi)
John Mpaliza - Portavoce della rete “Insieme per la Pace in Congo” (Trento)
Giovanni Ricci - Figlio di Domenico Ricci, Carabiniere della scorta di Aldo Moro ucciso nella Strage di via Fani (Roma)
Benedetta Tobagi - Storica e scrittrice, figlia di Walter Tobagi (Milano)
Coordinano
Tiziana Ferrario - Giornalista
Luca Gibillini - Comune di Milano | Milano è memoria
La ricerca dell’artista Patrizio Raso intorno al Monumento a Roberto Franceschi – iniziata nel 2020 in stretta collaborazione con la Fondazione Roberto Franceschi – dal 2021 matura in un percorso complesso che estende il Monumento oltre la sua sede, attraverso un programma itinerante e nazionale destinato a mettere a confronto altri luoghi, altre persone.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
La locandina

Martedì 14 ottobre è morto, all'età di 99 anni, Franco Castrezzati, nato a Cellatica (BS), il 21 aprile 1926, storico dirigente sindacale e voce simbolo della Strage di Piazza della Loggia.
Durante la manifestazione del 28 maggio 1974, fu lui a parlare dal palco quando l’esplosione di una bomba fascista interruppe il suo discorso, uccidendo otto persone e ferendone oltre cento.
Partigiano nelle Fiamme Verdi durante la Resistenza, Castrezzati fu poi segretario generale della FIM-CISL per vent’anni. Pochi giorni prima della strage, aveva scoperto otto candelotti di tritolo davanti alla sede della Cisl di Brescia.
Aveva studiato in seminario fino alla quinta ginnasio e lavorato poi come correttore di bozze alla casa editrice Morcelliana. Nel gennaio del 1944 era stato chiamato alle armi dalla Repubblica Sociale Italiana, e lui, non avendo alcuna intenzione di unirsi ai fascisti, si nascose e poi fuggì. Venne arrestato, malmenato, e scampò alla fucilazione solo perché minorenne. Riuscito di nuovo a fuggire si unì alla Fiamme Verdi come partigiano in Valle Camonica. Una volta terminata la guerra iniziò il suo impegno sindacale con la LCgil. Dopo la nascita della CISL, nel 1950, si unì alla FIM, e nel 1958 venne eletto a segretario generale proprio dei metalmeccanici CISL, incarico che ricoprì per vent’anni. Il 28 maggio del 1974 era sul palco in piazza della Loggia a Brescia quando l’ordigno piazzato dal gruppo terroristico di estrema destra di Ordine Nuovo interruppe il suo discorso. Pochi giorni prima, il 9 maggio, era stato lui a trovare gli otto candelotti di tritolo che avevano messo all’ingresso della sede della Cisl, in via Zadei. Erano tra alcune casse di materiali depositate all’esterno. La miccia era stata accesa, ma fortunatamente si era spenta perché era rimasta schiacciata. Anche per quello quel giorno era sul palco.
Queste sono le ultime parole del suo discorso, quello che non ha mai terminato di pronunciare:
«Se vogliamo assestare un colpo salutare ai rigurgiti fascisti, diamo un volto più preciso a questa nostra democrazia. Diamogli il volto della libertà ma di una libertà sostanziale e non solo formale; della libertà del bisogno, della libertà di stampa anche per quanti non hanno i mezzi per comprare più testate dei quotidiani; Diamogli il volto della partecipazione, di un governo cioè nel quale il popolo si vede, si specchia e si sente rappresentato. Diamogli il volto della giustizia attraverso la quale l’eguaglianza fra tutti i cittadini sia esaltata in coerenza con i valori di dignità della persona umana».
La frase che non è mai riuscito a concludere resta un manifesto civile contro ogni rigurgito autoritario.

Mercoledì 22 ottobre l’Archivio Flamigni partecipa alla Giornata di riflessione dedicata alla memoria pubblica sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980, organizzata da Archivio Flamigni, Università degli studi Roma Tre, Dipartimento di filosofia, comunicazione e spettacolo (Roma Tre), gruppo di lavoro di Ateneo per le attività connesse alla Public History e alle Public Memories Pub-HI Pub-ME (Roma Tre) e Tramigrart.
La giornata sarà divisa in due sessioni: la mattina, dalle 11 alle 14, presso l’Università Roma Tre (aula Parco, via Ostiense 139), mentre per il pomeriggio l’appuntamento è alle 15.30-17.30 presso la sede dell'Archivio Flamigni (piazza Bartolomeo Romano 6).
La diretta video della sessione pomeridiana sarà disponibile sul canale Youtube dell’Archivio Flamigni.

Il 24 e 25 ottobre 2025, a Bologna, nella Sala Anziani di Palazzo d’Accursio (piazza Maggiore 6), si tiene il convegno dal titolo La Strage di Ustica. Storicizzare l’inconfessabile abbattimento di un aereo civile, con il patrocinio del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna.
Due giornate di riflessione e confronto per approfondire, a 45 anni dai fatti, le vicende politiche, istituzionali e internazionali legate alla Strage di Ustica del 27 giugno 1980.
Il programma prevede interventi di storici, ricercatori e studiosi provenienti da diverse università italiane – tra cui Bologna, Milano, Firenze, Urbino e Luiss Roma – e contributi della Fondazione Museo per la Memoria di Ustica e dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica.
Temi centrali saranno la ricostruzione del contesto politico e militare, il ruolo delle istituzioni, la ricerca della verità giudiziaria e storica, e la memoria civile di una tragedia che continua a interrogare il Paese.
Per informazioni:
direzione@museomemoriaustica.it
